giovedì 29 marzo 2012

Pane al formaggio con farina di riso




E' primavera, tempo di picnic, cosa mettiamo nel cestino delle vivande? 
Sandwich!
E' cosa c'è di meglio di un buon pane fatto in casa, profumato e con ingredienti che abbiamo selezionato noi?.
Questo che vi propongo è un pane al formaggio, la ricetta è su un vecchio giornale di "Sale e Pepe" di due anni fa. Nella versione originale è previsto il lievito di birra ma io, ovviamente ho adoperato il mio lievito naturale in coltura liquida. Risultato eccezionale, buonissimo farcito con salumi e verdure grigliate o semplicemente con pomodori, insalatina e fette di prosciutto di tacchino. Una merenda perfetta anche per i nostri bambini!. 
Unica nota: non fate come me, non dimenticatelo nel forno, la crosticina deve rimanere un po' chiara ;-p


Ingredienti con lievito di birra:
300 gr di farina 0
200 gr di farina di riso Molino Chiavazza
100 gr di parmigiano reggiano grattugiato
1 uovo intero
25 gr di lievito di birra (quantità della versione originale....io consiglio di ridurre le dosi della metà e prolungare i tempi di lievitazione!)
2 dl di latte
1/2 cucchiaino di zucchero
40 gr di burro fuso
1 cucchiaino di sale

Procedimento:
Sciogliete il lievito nel latte, unitevi lo zucchero e lasciatelo riposare per 15 minuti. Setacciate le due farine una ciotola capiente, aggiungete l'uovo, il burro fuso, il parmigiano e il lievito sciolto precedentemente. Iniziate ad impastare e poi aggiungete anche il sale. L'impasto deve essere di media consistenza. Coprite e mettete a lievitare.
Quando l'impasto sarà raddoppiato, prendetelo e lavoratelo brevemente sul piano da lavoro, formate un rotolo e sistematelo nello stampo da plumcake di 30 cm imburrato ed infarinato.
Lasciate lievitare per un'ora e poi cuocete in forno caldo per 40 minuti a 200°. Lasciatelo raffreddare e poi affettatelo.

Ingredienti con lievito madre:

300 gr di farina 0
200 gr di farina di riso Molino Chiavazza
100 gr di parmigiano reggiano grattugiato
1 uovo intero
150 gr di lievito madre
1,5 dl di latte
40 gr di burro fuso
1 cucchiaino di sale


Procedimento:
La mattina presto, io ho iniziato alle 8:00, sciogliete il lievito naturale nel latte, aggiungete le farine setacciate, l'uovo,  il burro fuso e il parmigiano. Iniziate ad impastare e poi aggiungete anche il sale. L'impasto deve essere di media consistenza. Coprite e mettete a lievitare fino al raddoppio. Impiegherà almeno 8-10 ore (nel mio caso).
Quando sarà pronto prendetelo e lavoratelo brevemente sul piano da lavoro, formate un rotolo e sistematelo nello stampo da plumcake di 30 cm imburrato ed infarinato.
Lasciate lievitare ancora per 5-6 ore (ovviamente i tempi di lievitazione dipendono dalla forza del vostro lievito e dalla temperatura ambientale. Ognuno si regolerà personalmente).
Cuocete in forno caldo per 40 minuti a 200°. Lasciatelo raffreddare e poi affettatelo. 

Farcitura:
Dopo averlo affettato l'ho farcito con prosciutto di tacchino, pomodori tagliati a fette, insalata verde e maionese.
E' buonissimo anche farcito con melanzane grigliate e condite con olio, sale e origano, scamorza affumicata e fette di pomodoro, scaldato su piastra per pochi minuti e mangiato caldo, una specie di panino-parmigiana.




martedì 27 marzo 2012

Rotolo di maiale farcito al latte



Come si fa a reinterpretare un classico italiano dandogli una tocco personale? Tutti noi ci proviamo almeno una volta, prendiamo una ricetta conosciuta e le facciamo il restyling....ecco questo ci chiedeva la rivista Papageno con il contest "Le ricette di Mammà". Ad ogni blogger partecipante è toccata una ricetta, a me è arrivata l'arista al latte. 
Quando ho letto la mail non contenevo la gioia, caspita il mio cavallo di battaglia!. Così ho voluto darle un aspetto nuovo ma non troppo stravagante, si sa che sono per i sapori "veri" niente gusti strani o abbinamenti esotici. 
Dopo lunghi colloqui con la mia personal assistant, "mia mamma",  siamo giunte alla conclusione che la cottura nel latte s'adda fa perché conferisce alla carne estrema morbidezza e regala quel finale cremoso che è irrinunciabile. Ho aperto a libro una lonza di maiale e l'ho farcita come si deve, ed ecco qui un rotolo ripieno al latte, la mia personale rivisitazione dell'arista!.

Questa è la ricetta originale così come mi è stata inviata dalla rivista Papageno

Questa è la mia versione

Ingredienti:
500gr di lonza di maiale (aperta a libro)
1 peperone rosso
1 peperone giallo
una fetta spessa di lardo
6 fette di emmental
formaggio parmigiano grattugiato q.b.
prezzemolo q.b.
700 gr di latte intero
sale q.b.
60 gr di burro
1 rametto di rosmarino

Procedimento:
Aprire a libro la lonza di maiale. Cospargerlo di sale e del lardo precedentemente battuto, spolverizzare con il parmigiano e adagiarvi le fette di peperoni opportunamente abbrustolite e spellate, avendo cura di alternare i colori. 

A questo punto sistemate le fette di emmental e completate con poco prezzemolo tritato.

Con dello spago da cucina legate il rotolo sigillandone anche le estremità.
In un tegame dai bordi alti sciogliete il burro con il rosmarino e rosolatevi il rotolo da tutti i lati. Togliete il rosmarino ed aggiungete il latte proseguendo la cottura a fiamma bassa.
Quando la carne sarà cotta lasciatela raffreddare e poi tagliatela a fette dello spessore di un cm.
Frullate la salsa e cospargetela sulle fette di carne che avrete sistemato in una pirofila.
Passate in forno per 5 minuti.


Con questa ricetta partecipo al contest 



venerdì 23 marzo 2012

Pastiere di grano mono porzione


Sapete che questa sarà una Pasqua speciale per tutti noi?. Mia sorella ha un grosso "uovo", ma davvero enorme che dovrebbe aprire proprio entro Pasqua. Dentro c'è un pulcino che tutti stiamo aspettando da ben nove lunghissimi mesi!. Questo pulcino si chiamerà Alessandro. 

Non vi dico, io sono euforica...forse a tratti stressante perché ogni mattina chiamo la futura neo mammina per chiederle come sta. In realtà il messaggio nascosto è "non si muove ancora niente lì dentro???, tappo scoppiato...acque rotte....contrazioni in partenza?" e lei ha pazienza, tanta e quindi risponde che va tutto bene, tutto uguale. 
La persona più sofferente al momento è tuttavia il mio gnomo, sa bene che il viaggio dai nonni è subordinato alla nascita del cuginetto. Ogni giorno appena sveglio mi chiede "E' nato Alessandro?"...all'ennesimo no, sbotta sempre allo stesso modo "e quando nasce questo Alessandro??? Ma è pazza zia Andreina? Le scoppierà quella panciona!". 
E allora... "Alessandro e dai, su su...facci questo regalo per Pasqua e vieni fuori dal guscio!".

Per rimanere in tema pasquale vi regalo le mie pastiere di grano mono porzione, un'idea carina da mettere sulla tavola delle feste per ogni commensale, io non aggiungo i canditi perché non mi piacciono ma voi fate pure.

Ingredienti per 7 pastiere monoporzione
La crema:
300 gr di grano cotto per pastiera  (il vasetto è da 560gr)
150 gr di latte
1/2 cucchiaio di burro
400 gr di ricotta
350 gr di zucchero
3 uova intere
2 tuorli
una busta di vaniglia
1 fiala di fiori d'arancio
150 gr di crema pasticciera

La pasta frolla:
250 gr di farina
100 gr di zucchero
100 gr di burro
2 uova intere
la scorza grattugiata di un'arancia
1 cucchiaino di lievito per dolci

Procedimento:

In un tegame versate il latte, il grano cotto ed il burro. Far bollire mescolando finchè non diventi una crema densa. Quando si sarà raffreddata aggiungere la ricotta, lo zucchero, le uova intere ed i tuorli, la vaniglia, i fiori di arancio e la crema pasticciera preparata in precedenza.

Io d'abitudine frullo tutto per avere una cremina piacevole al palato, però alcuni preferiscono lasciare i grani interi.
A questo punto preparate la pasta frolla facendo una fontana con la farina mischiata allo zucchero, aggiungete la scorza di arancia grattugiata, il burro tagliato a pezzetti e le uova. Io metto anche un cucchiaino di lievito per dolci e poi impasto velocemente, l'impasto della frolla non deve assolutamente scaldarsi. La palla ottenuta deve riposare in frigo avvolta  nella carta forno o nella pellicola per almeno un'ora.

Trascorso questo tempo, prendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia alta mezzo cm. Ricavatene dei dischi con cui andrete a foderare gli stampini per crostata imburrati ed infarinati. Distribuite in modo uniforme la crema e completate con delle strisce di impasto in superficie, formando una griglia.

Infornate a 200° fino a cottura. La pastiera dovrebbe, una volta cotta, restare in forno almeno un'ora affinché si asciughi del tutto.

Quando saranno fredde spolverizzatele di zucchero a velo.

Per avere una pastiera ben asciutta è indispensabile che la ricotta utilizzata (preferibilmente di bufala) non sia fresca di giornata. Più la ricotta sarà asciutta e migliore sarà il risultato finale.


mercoledì 21 marzo 2012

Tortino salato "primavera"


Ieri è stato il primo giorno di primavera, in anticipo di un giorno a causa dell'anno bisestile...in realtà a giudicare dal tepore che ci avvolge, la bella stagione è arrivata già da un pezzo. Sono appena tornata dalla passeggiata col mio primogenito peloso ed è stata fantastica: il sole tiepido, l'aria profumata dai primi fiori, gli uccellini tutti a darsi un gran da fare per sistemare casa!. 

Quindi...è ufficiale...bisogna che inizi la mia dieta! Ormai siamo a un passo dall'estate e io sono taaanta roba :).

Ieri mattina ero in un negozio a fare compere, nel camerino di fianco c'era una signora, chiaramente meridionale come me, noi siamo inconfondibili quanto a "dialettica colorita"!. Stava misurando tutto il negozio e ad ogni cambio esclamava "Uh mamma, ma come sono, uh mamma guarda qui si vede tutta la ciccia...." e io zitta me la ridevo, non alle sue spalle ben inteso perché era come sentire me stessa allo specchio!. 
La commessa poverina andava avanti e indietro, senza sosta, infaticabile. Alla fine la signora esclama sconfitta "eh lo so.. che devo farci, la dovrei smettere di magnà (mangiare) ma come si fa...a me "mi" piace assai". Ed è così, anche io amo il buon cibo e potrei limitarmi a pasti leggeri ma poi mi perderei il piacere di cucinare, sfrigolare, annusare e poi gustare tutto!. Però da oggi tenterò l'impossibile e mi darò delle regole serie, niente sgarri solitari...si fa bisboccia solo il week-end e rigorosamente in tre!.

Ieri sera quindi per chiudere in bellezza ho preparato questo tortino salato davvero squisito, la prossima volta per rispettare i miei buoni intenti, sostituirò la pasta sfoglia con la pasta della pizza per avere un piatto unico leggero e gustoso.

Ingredienti:

1 rotolo di pasta sfoglia già pronto
1 zucchina
1 patata grande
6-7 funghi champignon
2 fette di emmenthal (oppure sottilette)
sale q.b.
olio extravergine di oliva DANTE q.b.

Procedimento:

In una teglia ho sistemato il rotolo di pasta sfoglia lasciandolo nella carta in cui è avvolto, questo eviterà che l'impasto si attacchi nella teglia e agevolerà anche la sua fuoriuscita dalla teglia. Ho sbucciato le patate e le ho tagliate a fettine sottili che poi ho messo in uno strato unico sulla pasta sfoglia, regolato si sale e aggiunto un poco di olio. A questo punto ho messo la zucchina tagliata a rondelle, ho salato e condito con  un filo d'olio. Infine nell'ultimo strato ho sistemato i funghi champignon tagliati a fette e sopra l'emmental a fette. 
Con la pasta sfoglia rimasta ho tagliato delle striscioline che ho poi messo sul tortino.
Infornato a 200° fino a doratura.






lunedì 19 marzo 2012

Zeppole del papà


Oggi è la festa del papà...
così il mio pensiero speciale va a tutti i papà che con la loro follia rendono la vita dei figli più semplice e spensierata perché diciamoci tutta la verità, se fosse per noi mamme questi poveri gnometti dovrebbero condurre una vita "626"...(il riferimento alla legge sulla sicurezza non è puramente casuale!).
Un augurio speciale va al papà-compagno di giochi di mio figlio che con il suo lato infantile rende le serate "Nintendo Wii" davvero combattive! Alla fine della serata, come accade a tutti i piccoli quando giocano insieme, finiscono per litigare così diventa difficile capire chi è l'adulto tra i due!.

Le zeppole del papà o di S.Giuseppe che preparava la mia mitica nonna erano queste con le patate. Le ho fatte nella doppia versione con lievito di birra e lievito naturale in coltura liquida...a voi la scelta!. Nel primo caso ho impiegato una dose davvero minima di lievito prolungando la lievitazione, nel secondo caso bisogna partire di buon'ora per avere risultati molto soddisfacenti. La dose di lievito madre è pari al 30% della farina utilizzata.

Ingredienti:
400 gr di patate
500 gr di farina
3 uova intere
50 gr di burro
1,5 cucchiao di zucchero semolato
10 gr di lievito di birra
1 pizzico di sale

Procedimento:
Lessare le patate, spellarle e passarle allo schiacciapatate. Disporre la farina a fontana sul tavolo, aggiungere le patate, il burro, le uova, lo zucchero ed il lievito di birra sciolto in un dito di latte. Amalgamare tutti gli ingredienti ed aggiungere un pizzico di sale. Impastare fino ad avere un bel panetto liscio. 
Nel caso del lievito di birra formare immediatamente le ciambelline e metterle a lievitare coperte fino al raddoppio. Se invece avete utilizzato il lievito naturale consiglio di lasciar lievitare l'impasto per almeno 6 ore e poi procedere alla formatura delle ciambelle che dovranno lievitare fino al raddoppio anche in questo caso.
Appena le zeppole saranno gonfie procedete alla frittura in abbondante olio di semi. Lasciate asciugare l'eccesso di olio e poi passatele nello zucchero semolato dove se vi piace avrete aggiunto un poco di cannella. 
Con questa ricetta ho fatto anche dei gustosi bomboloni ripieni alla crema pasticciera.

con questa ricetta partecipo al contest di Dolci ma non troppo

sabato 17 marzo 2012

Sceppa Babbà







Oggi è un giorno speciale perché Olio d'Oliva ha raggiunto i 100 sostenitori....evvai sono felicissima...e udite udite il 100° follower è....TA TA TA...Gunther del blog "pillole vagabonde", no Gunther mi dispiace non hai vinto niente però un sentito "grazie"di cuore non mi costa nulla e te lo mando direttamente in Svizzera :)... 
...A Gunther e tutti voi altri 99, regalo la ricetta dello "Sceppa Babbà", che dite vi piace? A me fa impazzire.
Buona Domenica  

Ingredienti:
500 gr di farina
250 gr di patate lessate e passate allo schiacciapatate
3 uova intere
125 gr di burro
1/2 cucchiaio di zucchero
1/2 cucchiaino di sale
150 gr di lievito madre in coltura liquida o 1 cubetto di lievito di birra
latte q.b. per sciogliere il lievito

Ripieno:
200gr di salumi misti (prosciutto cotto, salame ecc)
150 gr di provola o emmental

Procedimento:
Lessate le patate, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate. Sciogliete il lievito in poco latte e mettetelo nella planetaria (a mano va bene lo stesso), aggiungete la farina e le patate, le uova e lo zucchero ed iniziate ad impastare, aggiungete anche il sale ed il burro a temperatura ambiente poco per volta. L'impasto è pronto quando si stacca dalle pareti. A questo punto toglietelo dalla ciotola e mettetelo a lievitare per tutta la notte (io l'ho lasciato in frigo), ovviamente se utilizzate il lievito di birra questi tempi sono troppo lunghi per cui saranno sufficienti un paio di ore. 

Al mattino (solo per chi utilizza il lievito liquido) tiratelo fuori e aspettate 2 o 3 ore affinchè riprenda la lievitazione a temperatura ambiente.
Prendete l'impasto, ribaltatelo sul piano di lavoro e formate un filone da cui staccherete tante palline (piccole) e imbottitele al centro con il formaggio ed i salumi, sistematele in una tortiera imburrata distanti un cm l'una dall'altra. Quando avrete completato
lasciate ancora lievitare fino al raddoppio. Cuocete a 200° per circa 30-40 minuti (dipende dal forno).

giovedì 15 marzo 2012

Una pizza...da piegare a libretto



La pizza si sa è un'arte, ne esistono mille versioni, migliaia di ricette, lavorazioni diverse, teorie e scuole di pensiero...ma la pizza vera che si piega a libretto e dopo averla mangiata ne vorresti ancora un po' la fanno solo a Napoli. Senza nulla togliere alle altre pizze buonissime in giro per l'Italia.
Quando vivevo lì ne ho fatte di scorpacciate, soprattutto nella storica pizzeria da "Gennaro a Secondigliano"(se vi trovate a Napoli non fatevela scappare assolutamente!) , adesso per ovvi motivi la preparo io e confesso di avere tante ricette diverse, con latte e senza, con lievito di birra o lievito madre, cottura su pietra, cottura in teglia, lunga lievitazione, maturazione in frigo....Bonci...boncetti e boncini vari....però la mia pizza migliore, quella che mi ha fatto dire: "WOW che pizza!" è stata frutto di un errore.

Stavo rinfrescando il mio lievito naturale in coltura liquida procedendo come al solito, peso il lievito, aggiungo la stessa quantità di farina e acqua, frullo e metto a riposo e all'improvviso la mente ha fatto "TACCHETE"e non so come ho aggiunto il doppio dell'acqua rispetto alla farina. E' venuta fuori una pastella liquidissima che per un attimo sono stata tentata di gettar via ma poiché il mio lievito è come un figlio non ce l'ho fatta a vederlo sparire nello scarico così l'ho lasciato un po' lì a maturare pensando cosa farmene. 
Dopo qualche ora e una decina di telefonate, ho aggiunto altra farina, sale e olio e il giorno dopo è nata questa pizza. Si tratta di un impasto ad altissima idratazione, purtroppo non conosco il risultato con lievito di birra per cui diciamo che per ora questa pizza è riservata ai possessori di lievito naturale in coltura liquida. Non è un poolish mi dicono gli esperti per cui diciamo che è una buona pizza con lievito naturale in coltura liquida.

Ingredienti e procedimento primo impasto:

260gr di lievito liquido rinfrescato almeno due volte
260 gr di farina manitoba
520 gr di acqua

Si frulla tutto insieme e si lascia riposare coperto per almeno 3 ore. In superficie si formeranno delle bollicine e non importa se non raddoppia.

Ingredienti e procedimento secondo impasto:


Tutto l'impasto precedente
500 gr di farina (io ho utilizzato metà farina di tipo 2 e metà farina 0, va bene anche solo farina 0 per pizza)
1 cucchiaio di olio evo
20 gr di sale

Nella ciotola aggiungere l'olio e la farina, amalgamare tutto con un cucchiaio di legno e mettere il sale. Lasciare riposare l'impasto per mezz'ora poi ribaltarlo sul piano di lavoro infarinato generosamente. Procedere piegando ripetutamente l'impasto a fazzoletto aggiungendo la farina necessaria ad asciugare l'eccesso di acqua. Alla fine avrete un impasto molto morbido ma non bagnato. Infine impastate brevemente e mettete in una ciotola unta e coperta a lievitare. Generalmente preparo questo ultimo impasto il venerdì pomeriggio e lo lascio al fresco (in cantina)  fino al giorno successivo. In tarda mattinata di sabato, quando saranno trascorse almeno 14-16 ore di lievitazione (in frigo potete tranquillamente spingervi fino alle 24h), prendete l'impasto e formate le pagnottelle. A questo punto io le metto ancora in frigo fino alle 17,00 ora in cui le tiro fuori e lascio ripartire la lievitazione a temperatura ambiente fino all'ora di cottura delle pizze. 
Per cuocerle utilizzo la pietra refrattaria.

La bellezza di questa pizza è la sofficità, caratteristica della pizza napoletana che deve potersi "piegare a libretto" senza scricchiolare e la sua digeribilità, per cui abusatene pure senza temere di restare svegli con la bocca amara di notte. 

mercoledì 14 marzo 2012

Involtini di pollo al vincotto





Ho parlato spesso in questo blog di mia nonna e continuerò a farlo, è stata una guida eccezionale, un punto di riferimento per tutti noi. Mi piaceva ascoltarla, aveva sempre qualcosa di divertente da raccontare e sorrideva tantissimo anche se era arrabbiata. Era anche eccezionalmente aperta nonostante l’età, si è sempre fatta promotrice delle mie battaglie con mio padre, un’alleata in tutto, dall’acquisto della mia prima moto ai viaggi all’estero da sola quando ero poco più che adolescente. Io la chiamavo la mia lampada di Aladino, perchè  riusciva sempre a fare in modo che i miei desideri si realizzassero. 

Se oggi fosse ancora viva ci sarebbe proprio da divertirsi ne sono sicura. Le avrei spiegato che ho aperto una specie di libro di ricette che tutti possono sfogliare e che molte di queste sono sue! Sono più che certa che le piacerebbe tantissimo, mi farebbe mille domande e starebbe ad ascoltare con quella curiosità che la rendeva eccezionale. 
Le piaceva tantissimo fare da cavia!...Assaggiava qualunque cosa e se non era di suo piacimento non era mai scortese però ti faceva notare che qualcosa non andava. Io non dimenticherò mai le sue crocchette di patate, non esiste un’altra persona al mondo capace di prepararle come faceva lei, avevano un sapore indescrivibile e se le chiedevi “nonna ma come fai a farle così buone?” lei alzava le spalle, chiudeva le mani nel suo grembiulino ricamato e rispondeva “niente...patate, formaggio, uova e prezzemolo”...persino le sue frittatine erano diverse, lei le chiamava filoche...e infatti mica erano uova sbattute, avevano un aria così francese...ah la  mia nonnina!... .

Se ci fosse stata lei non sarei nemmeno impazzita cercando di “inventarmi” una ricetta col vincotto perchè lei lo preparava in casa da sempre, e sono quasi certa che conoscesse mille modi per utilizzarlo in cucina. Purtroppo però lei non c’è più, il suo libro di ricette è in "custodia" presso un cugino e io ho dovuto spremermi le meningi per trovare il modo di creare un piatto che avesse come ingrediente appunto il vincotto. La mia sfida personale era preparare un secondo piatto, qualcosa di semplice e facilmente ripetibile ma soprattutto gustoso. Bene posso farmi i complimenti?...Credo di esserci riuscita.
Ingredienti per 2 porzioni:

2 fette di petto di pollo
1/2 peperone giallo e 1/2 peperone rosso già spellati e tagliati a listarelle
2  fette di emmenthal
prezzemolo tritato q.b.
4 fette di pancetta tesa
1 spicchio di aglio
olio extravergine di oliva q.b.
1/2 dado per brodo
3 cucchiai di vincotto
sale
pepe
Procedimento:

Le fette di petto di pollo devono essere tagliate non troppo spesse, se lo sono provvedete a ridurne lo spessore e poi battetele con un batticarne. Cospargetele di poco sale e pepe e adagiate su ciascuna fetta l’emmenthal tagliato a striscioline e i peperoni già spellati. Aggiungete poco prezzemolo tritato e chiudete la carne formando degli involtini che avvolgerete con la pancetta. Sigillateli con dello spago da cucina. In un tegame fate imbiondire l’aglio e poi toglietelo, adagiatevi gli involtini e rosolateli da tutti i lati. Aggiungete il brodo e lasciate cuocere a fiamma moderata per 15 minuti. Prima che il fondo di cottura si asciughi troppo assicuratevi di tenerne da parte un paio di mestoli. A questo punto aggiungete il vincotto e se necessario allungate con altro fondo di cottura. Spegnete subito il fuoco altrimenti il vincotto tenderà a caramellare. Togliete lo spago e servite gli involtini caldissimi. Il cuore filante di questi involtini va a nozze col sapore aromatico del vincotto e i peperoni arrostiti all’interno danno una nota di carattere e di gusto al piatto. Buoni.

Con questa ricetta partecipo al "1 saba gastronomic contest" 

lunedì 12 marzo 2012

Risotto con la zucca mantecato al pecorino sott'olio piccante



Avrei un bel po' di amiche da ringraziare e a cui chiedere scusa perché hanno avuto nei miei confronti pensieri molto carini e che non ho potuto ricambiare. Non sempre ho tempo da dedicare al blog e l'ultimo periodo è stato particolarmente intenso. Quindi grazie ad Antonietta del blog La Trappola Golosa che ha avuto il pensiero di conferire ad Olio d'Oliva il premio Cake blog di Qualità e grazie a Silvia del blog Silvia VsLucaProject che invece mi ha premiata con "The Versatile Blogger". Avrò forse dimenticato qualcuno? Chiedo scusa in tal caso....è difficile tenere traccia di tutto se non si riesce a rispondere al momento. Sfortunatamente non riesco a continuare il gioco, mi impegnerò di più nel futuro...però due cosine su di me le dico lo stesso. Diciamo che faccio un mix dei due premi.

Antonietta purtroppo non faccio tanti dolci, anzi probabilmente nel mio blog non ce ne sono affatto. Non che li ami poco ma qui in famiglia non ho seguaci, i due maschi mangiano solo merendine confezionate quindi mi impegno poco, però qualcosa che mi ha cambiato la vita c'è, ed ha natali recenti, parlo delle merendine fiordilatte , non un dolce vero e proprio ma una brioche che mi ha scaldato proprio il cuore. Io le amo.

Silvia il premio "The versatile blogger" è carino perché ci chiede di descrivere 7 cose di noi mai confessate nel blog e anche se è passato un po' di tempo ci provo:
1. Adoro il mare anche se mettere un costume ogni volta è una violenza :-) ....per gli altri 
2. Se potessi viaggerei senza sosta, non ho una meta preferita e quindi partirei senza... meta
3. Ho sposato mio marito 5 anni fa, la cosa divertente è che ci ha presentati una chat online :-) siamo insieme da almeno 13 anni.
4. Mi piace fare la mamma e non sono una casalinga disperata anzi credo proprio di essere felice così
5. Vorrei essere più espansiva, per farmi degli amici ci metto un secolo!
6. Sono ottimista, della serie il bicchiere è sempre mezzo pieno...
7. Sono certa dell'esistenza di altre forme di vita nell'universo :-)

Ecco qui... oddio ci sarebbe da scrivere un libro sulla sottoscritta (mio marito credo abbia del materiale da utilizzare contro di me :-) ma credo che una bella ricettina sia di gran lunga meglio no?.

Ingredienti:
1 fetta spessa di zucca gialla (la napoletana)
160 gr di riso
mezza cipolla bianca
1 lt di brodo vegetale (o un dado)
pecorino sott'olio piccante q.b.
sale
olio extravergine di oliva DANTE
20 gr di burro
prezzemolo tritato

Procedimento:
In un tegame adatto alla cottura del risotto ho lasciato appassire la cipolla tritata nell'olio d'oliva. Ho aggiunto la zucca tagliata a pezzetti e l'ho lasciata ammorbidire a fuoco moderato. Ho versato il riso, e aggiunto poco alla volta il brodo fino a raggiungere la giusta cottura. A questo punto ho regolato di sale e ho aggiunto alcuni pezzetti di pecorino sott'olio al peperoncino e un pezzettino di burro. Ho fatto mantecare e prima di impiattare ho versato un poco di prezzemolo tritato.

venerdì 9 marzo 2012

Trippa al tegamino con fagioli e patate


Non molti anni fa, quando eravamo giovani direbbe mio marito, affittammo una casetta in montagna dove andavamo a sciare, o meglio era nelle nostre intenzioni, in realtà andavamo nei week-end, accendevamo il camino e trascorrevamo due giorni a mangiare, chiacchierare e ridere da matti con un'altra coppia di carissimi amici che ora vivono lontani.

Era davvero emozionante svegliarsi al mattino con la neve intorno, le stradine lastricate in pietra e la consapevolezza di non voler far altro che poltrire vergognosamente fino a notte fonda. 

Il camino lavorava parecchio e producevamo leccornie di ogni genere, credo di aver messo almeno 6 o 7 chili in quei mesi. Il piatto forte era la trippa, cotta nel tegamino dolcemente, come vuole la tradizione. Poi le cose sono cambiate, la vita ci ha dato un bello scossone portandoci lontano e vivendo altre esperienze: siamo diventati "grandi" e anche se gli amici più cari sono lontani o purtroppo non ci sono più, noi restiamo i ghiottoni di sempre e la trippa nel nostro camino è un obbligo piacevolissimo in inverno e quando abbiamo dovuto affrontare l'ennesimo trasloco la ricerca è stata influenzata da un unico elemento irrinunciabile "il caminetto"...

Ingredienti:
Trippa q.b. secondo l'appetito
2 patate grandi
1 scatola di fagioli borlotti
1 bottiglia di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
sale
pepe o peperoncino
olio extravergine d'oliva Dante

Per accompagnare
Pane tostato e aromatizzato con aglio, sale, origano oppure polenta grigliata


Procedimento:
Io la trippa la compro ovviamente già pulita dal mio macellaio di fiducia. La taglio a pezzetti comodi da mangiare con la forchetta. In un tegame di coccio verso qualche cucchiaio di olio d'oliva e lo spicchio d'aglio che lascio imbiondire. Aggiungo la trippa, i fagioli scolati della loro acqua e tutta la passata di pomodoro, dopo qualche minuto verso anche le patate sbucciate e tagliate a pezzetti. Regolo di sale e lascio cuocere finchè il sughetto si è addensato e le patate sono cotte. Ovviamente la cottura avviene nel camino, col coperchio e dolcemente, in questo modo impiego non meno di un'ora e mezza, in caso contrario si può cuocere su fiamma velocizzando i tempi. A cottura ultimata aggiungo il pepe o il peperoncino e ancora un giro di olio extravergine di oliva. Accompagno tutto con dei crostini di pane o della polenta grigliata.

martedì 6 marzo 2012

Spaghetti con broccoli e sardella calabrese



La scorsa settimana ho iniziato una nuova collaborazione con l'Oleificio Mataluni ricevendo un omaggio di prodotti Olio Dante. Una selezione di oli d'oliva tra cui un olio biologico che ho gradito in modo particolare e poiché non resisto a lungo se ho cose buone in dispensa ho pensato di regalarmi una magnifica pasta con i broccoli, meglio conosciuti come friarielli in Campania o cime di rapa in tutto il resto della penisola. Si tratta di un primo velocissimo da preparare poiché si può saltare la fase di bollitura degli ortaggi friggendoli direttamente, ovviamente il gusto finale sarà più deciso. 

A casa dei miei genitori, prima della comparsa di colesterolo e diabeti vari :-),   i broccoli non venivano mai sbollentati e papà li versava direttamente  in olio e aglio bollente, questi iniziavano a scoppiettare e da qui il nome di broccoli scoppettiati (vruoccol scuppettiat in dialetto). Una volta cotti i mangiavamo con gli spaghetti o con la salsiccia di maiale. 

Io ho voluto provare ad abbinare i broccoli con la sardella, prodotto della gastronomia calabrese fatto con dei pesci piccolissimi e peperoncino e che mi aveva regalato un'amica. Si tratta di una crema da spalmare sui crostini o da saltare in padella con aglio e olio per condirvi gli spaghetti. E' un gusto piccante molto gustoso. L'abbinamento mi è piaciuto.

Ingredienti
Cime di rapa
2 cucchiaini di sardella calabrese
2 spicchi di aglio
qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva Dante
200 gr di spaghetti


Procedimento
Pulite e lavate le cime di rapa, sbollentatele in acqua salata per un minuto e poi versateli in un tegame in cui avrete imbiondito i due spicchi di aglio, potete anche saltarli direttamente senza scottarli in tal caso abbiate l'accortezza di aumentare la quantità di olio. Regolate di sale. 

A cottura quasi ultimata aggiungete la sardella facendola saltare brevemente e poi amalgamatela ai broccoli. Togliete l'aglio. 

Cuocete gli spaghetti al dente e quando saranno cotti scolateli e versateli nel tegame con la sardella e le cime di rapa. Saltate tutto brevemente e se necessario aggiungete due cucchiai di acqua di cottura della pasta. Servite caldo.


lunedì 5 marzo 2012

Brioche "Fiordilatte"



Due settimane di assenza, credo la più lunga da quando ho aperto bottega!. L'avevo detto che lo gnomo aveva la scarlattina e che mi sentivo "strana" e infatti il batterio mi ha spupazzata per benino per alcuni giorni ...è stata una lunga agonia :-) e  la colpa è sempre dei bacetti del piccoletto...spaccia bacilli come io spaccio lievito naturale!. E vabbè sopportiamo anche questo per amor del figliolo va!. Che poi se vi raccontassi cosa è stata questa casa per tre giorni vi farei passare la voglia di mangiare....persino il cane si è ammalato....comunque sembrerebbe tutto passato ormai. Guardiamo avanti e veniamo a noi...sapete cosa ho preparato nei dieci giorni di clausura forzata? Beh..tante cose buone ovviamente, e la prima che condivido è una brioche per la prima colazione o la merenda...anche questa merita proprio di essere portata sulla vostra tavola....vi dico solo che resta morbida per diversi giorni dopo la cottura. La ricetta non è inedita, l'ho presa dalla pagina facebook del Maestro Francesco Favorito modificandone le dosi per chi utilizza il lievito naturale in coltura liquida. La ricetta originale prevede una unica torta formata da tante palline io invece ho voluto intrecciare l'impasto e farne delle merendine mono porzione da farcire a piacere o mangiare così con il loro gusto al latte. Sono buonissime e hanno il vantaggio di restare più asciutte rispetto alla torta intera.

Ingredienti:
400 gr di Farina Manitoba
100 gr di Farina tipo 2 (se si utilizza farina 00 ridurre il latte di circa 20 gr)
100 gr di Lievito naturale liquido rinfrescato almeno 2 volte
110 gr di Zucchero
220 gr di Latte intero
65 gr di Tuorlo d’uovo
10 gr di Miele d’acacia
5 gr di Latte magro in polvere
100 gr di Burro
2 gr di Sale
½ Bacca di Vaniglia

Per lucidare:
20 gr di tuorlo d’uovo
20 gr di latte
q.b. di Zucchero in granella


Procedimento:
La mattina alle 08.00 ho iniziato ad impastare. Nella ciotola del Kenwood ho inserito il lievito sciolto in poco latte. Quando si è creato uno sfarinato ho aggiunto il latte a temperatura ambiente dove avevo sciolto il miele. Una volta assorbito tutto il latte ed ottenuto un impasto liscio ho iniziato ad aggiungere i tuorli un po’ alla volta fino al loro completo assorbimento. L'impasto deve rimanere sempre incordato al gancio. Quando si stacca dalle pareti della ciotola, ho aggiunto piano piano lo zucchero con dentro i semi estratti dalla mezza bacca di vaniglia. 
A questo punto va aggiunto il latte in polvere (se non lo trovate non importa), e poi poco alla volta il burro con consistenza a pomata. L'impasto va fatto incordare per bene prima di aggiungere il sale. Alla fine l’impasto sarà liscio ed elastico.
Quando l'impasto sarà raddoppiato nella ciotola si può procedere a preparare le brioche, io ho formato delle trecce (guarda l'esempio) e le ho lasciate a lievitare ancora 5 ore circa. 
Infine prima di infornare mischiare il tuorlo con il latte e spennellarlo sulle brioche, quando si sarà formata una pellicina asciutta cospargere di granella di zucchero. Infornare a 165° per 35 minuti circa. Sfornare e lasciar raffreddare su una gratella.