lunedì 19 novembre 2012

La pizza senza impasto



Il pane senza impasto....la pizza senza impasto.....confesso di aver fatto anche un "casatiello" senza impasto...ormai sono devota al caro Jim Lahey che col suo metodo ha rivoluzionato la mia vita ed il mio palato.

Tutti questi "no knead" non perchè io sia una "sfaticata cronica" ma poichè negli ultimi mesi il tempo da dedicare alla cucina è stato sempre meno, nel futuro prossimo lo stop alle attività culinarie sarà d'obbligo per cui tanto vale trovare dei sistemi per non rinunciare alle cose che mi piacciono investendo  il poco tempo che ho a disposizione.

La pizza senza impasto o no knead pizza è sorella del no knead bread, un amalgama di ingredienti che lasciati a riposo per 18 ore (con lievito naturale) diventa un impasto perfettamente liscio con cui creare una pizza croccante fuori, soffice e alveolata all'interno. Ovviamente chi non possiede un lievito naturale potrà cimentarsi in questa ricetta con un solo grammo di lievito di birra e circa 12-18 ore di lievitazione.

Ingredienti pizza senza impasto semi integrale con lievito liquido:
350 gr di farina buratto (farina tipo2)
350 gr di farina O biologica
100 gr di lievito naturale liquido (idratato al 100%)
440 gr di acqua
18 gr di sale
un cucchiaino di malto d'orzo (facoltativo)

Ingredienti con lievito di birra

350 gr di farina buratto (farina tipo2)
350 gr di farina O biologica
1 gr di lievito di birra secco
490 gr di acqua
18 gr di sale
un cucchiaino di malto d'orzo (facoltativo)
Impasto e lievitazione 12-18 ore


Procedimento
In una ciotola capiente ho sciolto il lievito in tutta l'acqua prevista, vi ho stemperato il malto e aggiunto la farina e il sale, ho mescolato con un cucchiaio di legno, l'impasto sarà rugoso e grezzo. Ho coperto con pellicola e lasciato lievitare per 18 ore a temperatura ambiente.

Il giorno successivo l'impasto era triplicato, in superficie erano presenti diverse bolle segno che ormai era pronto. L'ho quindi rovesciato sul piano di lavoro ben infarinato con semola rimacinata e con la spatola ho fatto alcune pieghe, considerate che si tratta di un impasto molto idratato, se lo fosse troppo potete asciugarlo spolverizzandolo di farina. 

Ho formato una palla e lasciato lievitare ancora per un'ora, successivamente ne ho fatto tre panetti che sono rimasti a riposo ancora per 3 ore ovvero fino all'ora di cena. 

*(Se i panetti dovessero sembrarvi troppo lievitati e l'ora di cena è ancora lontana potete tranquillamente lasciarli riposare in frigo nel ripiano più basso e tirarli fuori un'ora prima della cottura.)

Il forno (se non avete quello a legna pazienza) dovrà essere alla massima potenza, se avete una pietra refrattaria per la cottura bene altrimenti utilizzate una teglia per pizza (io la lascio nel forno così diventa rovente). Stendete l'impasto senza schiacciare le bolle, procedendo in questo modo, stendete prima i bordi del panetto e poi aiutandovi con le nocche delle mani fate roteare l'impasto allargandolo, in questo modo l'aria presente nell'impasto non uscirà fuori. Non è semplice ma con un pò di pratica si riesce facilmente altrimenti stendete l'impasto come d'abitudine E MAI COL MATTERELLO  e poi lasciate i dischi 15-20 minuto a riposo, riprenderanno "aria". Farcite la pizza secondo i vostri gusti, aggiungendo la mozzarella ben strizzata sempre a fine cottura.

Buon appetito :)

martedì 30 ottobre 2012

La polacca di Aversa in versione torta




E' passato del tempo dall'ultima ricetta pubblicata, le settimane volano e tra poco più di un mese nata la gnometta, finalmente, tutto tornerà come prima...almeno spero!. 

Nel frattempo abbiamo festeggiato il compleanno di Alfonso con una festa bellissima, il piccolo ha compiuto 5 anni e per la prima volta abbiamo invitato i suoi amici di scuola. E' stato felicissimo. Ad aiutarmi nella preparazione del buffet e soprattutto della torta, la mia amica Arianna, volata in mio soccorso qui a Milano nel vero senso della parola. La torta era bellissima, meritava davvero tutto lo stupore che ha risvegliato nei piccoli pirati!.

Ovviamente non potevano mancare dei biscottini da regalare ai piccoli ospiti...abbiamo pensato di sorprenderli ancora e ci siamo riuscite visto che le mamme mi hanno confessato che i piccoli pirati hanno preferito conservarli invece di mangiarli.

E' stato faticoso ma davvero molto divertente. Per la ricetta della torta vi rimando al blog (Le dolci torte di Arianna) della mia amica...di sicuro più brava di me nel descrivere i vari passaggi, appena troverà il tempo di pubblicarla.

E restando in tema di leccornie ecco un dolce tipico della terra di mio marito, "la polacca di Aversa" ovviamente si tratta di una ricetta rivisitata, l'originale è segretamente custodita dai pasticceri di Aversa, credo che non rivelerebbero le dosi e gli ingredienti neppure sotto tortura. Questa che ho preparato è la versione "torta" ma esistono anche le varianti tipo cornetto in cui presto mi cimenterò. Si può adoperare il lievito madre anche se per praticità questa volta ho usato il lievito di birra. E' un dolce senza uova, molto soffice  che resta tale anche dopo alcuni giorni. La storia antica di questo dolce la trovate sul sito di "Gente del Fud" insieme a migliaia di altre eccellenze culinarie italiane.

Ingredienti per la sfoglia 

2 patate medie
90 gr di burro
2 cucchiai di zucchero
8 gr di lievito di birra
Farina q.b. (circa 400 gr)
un pizzico di sale
1/2 bicchiere d'acqua

Per la crema

1/2 litro di latte
4 cucchiai di farina
200 gr di zucchero
4 tuorli d'uova
Amarene sciroppate (se piacciono)

Procedimento

Nel kenwood (ma va bene anche una ciotola) sciogliete il lievito di birra nel mezzo bicchiere d'acqua. Aggiungete circa 200 gr di farina ed amalgamate. Lasciate riposare per circa un'ora, finchè il lievitino non avrà formato delle bolle in superficie.

Nel frattempo lessate le patate, sbucciatele e schiacciatele come per fare gli gnocchi. 
Aggiungete al lievitino, le patate lessate (non bollenti), lo zucchero ed il burro poco alla volta. Versate quanta farina richiede l'impasto per diventare compatto ma soffice al tatto, ricordatevi di aggiungere un pizzico di sale. Lavorate nella ciotola del kenwood con la frusta K per pochi minuti e poi trasferite l'impasto sulla spianatoia infarinata. Se dovesse risultare ancora troppo umido asciugatelo con altra farina finché non si incollerà più al tavolo da lavoro (in totale io ho adoperato circa 400 gr di farina, la quantità dipende anche dalla qualità delle patate). 

Prendete una teglia, imburratela ed infarinatela e foderatela con metà dell'impasto. Coprite e lasciate lievitare per circa 2 ore. Quando sarà bello gonfio è pronto per essere farcito.

Preparate la crema pasticciera un pò di tempo prima poichè andrà aggiunta fredda. In un tegame versate lo zucchero ed i tuorli d'uovo, lavorateli con la frusta finchè diventano bianchi. Aggiungete la farina, poco alla volta ed infine in latte bollente. Trasferite il tegame sulla fiamma media e mescolate finchè la crema si rapprende. Deve essere molto soda.

A questo punto, stendete la crema (fredda) sulla base lievitata, aggiungete le amarene sciroppate e chiudete con la seconda metà d'impasto che avevate lasciato lievitare in panetto al caldo. Chiudete per bene. 

A questo punto accendete il forno a 180°, se vi sembra necessario potete lasciar lievitare l'impasto ancora un'ora e poi infornarlo, nel mio caso mentre il forno si scaldava si erano già formate delle bolle di lievitazione in superficie per cui ho infornato subito. Cuocerà per 30-40 minuti. Appena freddo cospargete di zucchero e velo. 


giovedì 27 settembre 2012

Involtini di tacchino profumati alla salvia




Aria d'autunno, fresca e frizzante, a volte bagnata da uno scroscio di pioggia: io amo questa stagione, molto più dell'estate almeno per questo anno, troppo caldo per una donna in dolce attesa.

Tra qualche settimana la casa inizierà a riempirsi di amici e parenti, inizia il via vai nell'attesa che arrivi questa nuova gnometta, tutti ben disposti a dare una mano, ed io più ansiosa per la loro presenza che per l'arrivo della cicogna.

Sono contenta di averli vicino tuttavia spero di non perdere quella tranquillità faticosamente conquistata, i miei tempi "larghi", il mio poltrire sul divano, i pranzi frugali, il silenzio e il piacere di non parlare per ore intere concentrata totalmente sui miei pensieri, magari leggendo un libro. Vedremo....di sicuro sarà un Natale diverso, mi dispiacerà non vedere mia sorella e il suo patato che nel frattempo è già diventato un piccolo ometto attento e vispo. 

Nell'attesa che il tempo passi, arrivi la Chiaraluce e tutto prenda forma e consistenza vi comunico che la ginecologa mi ha messo a regime dietetico controllato per cui gli stimoli culinari sono ridotti allo zero e "se non posso magnà non mi va neppure di cucinà!". Per una che ama la buona cucina è una condanna! Quindi cercherò, nei limiti, di inventarmi piatti leggeri adatti alla mia nuova condizione di mamma cicciona :)


Involtini di tacchino profumati alla salvia

Ingredienti
4 fette di fesa di tacchino
2 uova
qualche foglia di salvia fresca
un cucchiaio di pecorino grattugiato
2 fette di emmental 
3 carote medie
due gambi di sedano bianco
1 cipolla
1 bicchiere di vino bianco
1 bicchiere di latte
1 bicchiere di acqua
sale
olio extravergine d'oliva (per me Olio Dante)

Procedimento

Battere leggermente le fettine di tacchino con un batticarne, salarle. Preparare una frittatina aggiungendo alle uova le foglie tritate della salvia ed il cucchiaio di formaggio. Quando sarà pronta, tagliarla a striscioline e sistemarla sulle fettine di fesa di tacchino, aggiungete anche qualche striscia di emmental. Arrotolate e formate un involtino chiudendolo con uno stuzzicadenti o se preferite con dello spago da cucina. 

In un tegame soffriggete la cipolla, il sedano e la carota tagliati a pezzetti (in modo grossolano, non devono essere tritati), regolate di sale e aggiungete gli involtini. Rosolateli da entrambi i lati facendo attenzione a non bruciare le verdure. Sfumate con il vino bianco e quando sarà evaporato versate il bicchiere di acqua e di latte insieme.

Chiudete con un coperchio e lasciate cuocere a fiamma bassa completando la cottura.





giovedì 6 settembre 2012

Mafalde autunnali


L'autunno è alle porte, almeno qui la temperatura è calata tanto e la notte si dorme bene...almeno vedo che il socio e il nano se la ronfano beatamente....anche il cane non scherza!. Io invece vago in giro per casa in preda ai postumi tremanti dei miei incubi da parto atroce!. Dicono che dal settimo mese in poi è normale sognare il proprio parto....certo mi domando perchè non possa essere tutto rosa e sbrilluccicoso e debba invece trasformarsi in un incubo horror. Sarà che ha ragione il socio a ripetermi fino alla noia di non indagare sulle esperienze altrui, di vivermi serenamente la mia personale storia e soprattutto di piantarla con le ricerche in internet!. Forse per una volta gli darò retta.

Le storie che avvolgono le mie notti ad ogni modo sono influenzate anche dai cibi che ingurgito la sera, mia nonna Giovanna, donna saggia, mi ripeteva fino allo sfinimento che in gravidanza bisogna cenare presto e con cibi leggeri. Perfetto: ma non aveva fatto i conti con mio marito.

Domenica sera al ritorno dal workshop di Cesenatico di cui ho parlato qui, complice ore di full immersion tra chef spadellatori, assistenti chef ed accostamenti di cibi nuovi il socio ha un'illuminazione: prepariamo un bel piatto di pasta con i funghi!.

Sai che  novità, gli rido in faccia!. Alla fine ha vinto lui, abbiamo preparato questa pasta dal sapore decisamente autunnale complice la temperatura ottobrina....ottima davvero ma da gustare a pranzo, soprattutto per le signorine in stato interessante come la sottoscritta!.

Ingredienti:
200 gr di pasta tipo Mafalde 
150 gr di funghi porcini (freschi o surgelati interi)
q.b. di fagioli borlotti (ho usato quelli in scatola...era tardi)
1 cipollotto fresco
q.b. olio d'oliva Dante
Qualche fetta di pancetta dolce
sale 
pepe
rosmarino

Procedimento:
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Contemporaneamente in un tegame capiente stufare il cipollotto fresco tagliato a pezzetti, aggiungere i funghi puliti e tagliati, lasciar cuocere qualche minuto e aggiungere i fagioli borlotti. Regolare di sale.
Tostate a parte la pancetta in tegame antiaderente dove non aggiungerete olio.
Scolate la pasta a metà cottura e trasferitela nel tegame dove avrete aggiunto parte dell'acqua di cottura della pasta (regolatevi con i tempi di cottura e tenete sempre da parte dell'acqua nel caso dovesse ritirarsi senza che la pasta sia del tutto pronta).
Completate quindi la cottura mescolando spesso. Quando la pasta sarà cotta, aggiungete del rosmarino tritato. Trasferite nei piatti da portata aggiungendo dei pezzetti di pancetta croccante e del pepe macinato fresco.

mercoledì 5 settembre 2012

Cesenatico: un workshop alla scoperta dei sapori perduti......e ritrovati!







Con lo scorso week-end abbiamo calato il sipario sull'estate, messi da parte i costumi e le ciabatte del mare si ricomincia a pieno regime la vita frenetica di ogni giorno e per una panciona come me si è trattata di una lunga impegnativa vacanza in giro per l'Italia e non solo. Sono contenta però che la nuova gnometta in via di completamento, Chiaraluce, nascerà con lo spirito viaggiatore della mamma!. Ha avuto un assaggio del fatto che né io né il papà abbiamo timore nell'organizzare le valigie la sera prima anche con bimbi piccoli al seguito, e questa è una gran risorsa, di sicuro con noi non si annoierà mai!.

Giovedì, quando il verdetto "si parte per Cesenatico" è stato emanato in extremis dalla mia sciatalgia, che ormai comanda e determina le mie giornate, ho avuto giusto il tempo di portare il nostro peloso in pensione e mettere due cose in valigia!. Dove siamo andati?. Abbiamo preso parte ad un evento bellissimo incorniciato dal mare della costiera romagnola, intriso dei sapori tipici del luogo e ricco dell'ospitalità unica della gente del posto: siamo stati ospiti di Cesenatico Bellavita che in collaborazione con Ricette 2.0 ha organizzato un workshop dedicato ai foodblogger dal titolo "Alla ricerca dei sapori perduti".

Si è trattato del mio primo evento "ufficiale in veste di blogger" e confesso che sono partita con un gran carico di emozione e timidezza!. Mi sono imposta però di uscire dal monitor che ospita Olio d'Oliva e mostrare il volto di Giovanna, e direi che è andato bene.

Il programma del viaggio era scandito nei dettagli nella mail che ci è pervenuta nei giorni precedenti la partenza, nulla di più semplice: si iniziava il venerdì con il check in all'Hotel assegnato e aperi-cena al museo della Marineria alle 21.00 preparato dallo Chef Stefano Bartolini del Ristorante La Buca di Cesenatico. L'idea era cercare di pianificare il viaggio per non stressarci troppo, purtroppo non avevamo considerato la "solita riunione del venerdì" che ha fatto slittare tutti i programmi. Alle 19.00 eravamo imbottigliati nel "miracoloso" traffico di Milano, a condire il tutto una pioggia incessante!. Ovviamente siamo arrivati in hotel tardi e al Museo della Marineria "troppo tardi!". Abbiamo perso tutte le portate....con enorme mia tristezza!. Fortuna che Riccardo Mares alias Merlinox ha recuperato per noi un vassoio di piadine con sgombro affumicato, radicchio e cipolle, rigorosamente finger food....decisamente divino!. Il tempo di mangiarne una ed il vassoio era vuoto..."caspita ma non avevano già mangiato gli altri?"...e alla fine ci è toccato il gelato al pistacchio, ci credereste che è il gusto preferito di mio figlio? Quando ha realizzato cosa fosse è andato in estasi e come dargli torto?. Nulla di più vicino alla perfezione.

La serata si è conclusa con alcune colleghe blogger ad una piadineria per tappare gli ultimi due buchi nello stomaco, lì abbiamo scoperto che anche loro erano arrivati in ritardo e non avevano partecipato all'aperi-cena.....ecco scoperto chi ha rubato le nostre piadine!!!.

L'Hotel che ci ha ospitati è l'Excelsior proprio di fronte al mare, dal nostro balcone si godeva di uno spettacolo bellissimo, peccato che il tempo ci abbia penalizzati un pochino. La camera era davvero confortevole ed il personale gentilissimo, conoscevo l'ospitalità romagnola ma non immaginavo proprio che fosse così TANTA. Al mattino, dopo aver fatto una ricca colazione (mi perdonerà la ginecologa al prossimo controllo ma non ho saputo resistere a quel buffet!), abbiamo passeggiato senza meta: Cesenatico è davvero un posto molto suggestivo, le stradine affascinanti, l'accento tipico della gente del posto che io adoro, il profumo del mare, tutto era perfetto. Certo in condizioni più comode (tradotto: senza gravidanza) avremmo potuto scoprire di più tuttavia il mio stato interessante ha rallentato i nostri tempi rendendo il weekend molto rilassante.

Al pomeriggio, dopo un ottimo pranzo in albergo, abbiamo partecipato al workshop presso lo IAL di Cesenatico, il programma prevedeva uno show cooking dal tema "Purazi...Doni" dove a far da padrone erano le piccole vongole tipiche del posto, le cosiddette "poveracce" termine retaggio di tempi in cui erano cibo dei poveri, in Campania credo siano i cosiddetti "lupini". In questa occasione invece le "Poveracce" sono state la base di piatti dagli accostamenti impensabili (almeno per la mia tradizione culinaria) e assolutamente gustosi. Il mio socio ha gradito ogni piatto, chiedendo anche il bis!. 

Si è partiti da una zuppa di fagioli e vongole, per proseguire con crostini con vongole e lardo, uova scottate con vongole ed infine spaghetti con poveracce dove la maestria dello chef Gregorio Grippo ha potuto davvero manifestarsi ai nostri occhi. Un tam tam di ricette eccezionalmente semplici e sofisticate al tempo stesso.

Il workshop si è concluso con una lezione appositamente studiata per noi food blogger tenuta dal fotografo Federico Pari (YYKK). Interessante, mi ha confermato alcune nozioni fondamentali per la riuscita di una buona fotografia di food.

Un week-end bellissimo sotto ogni aspetto, rilassante, ben organizzato e che mi ha dato l'opportunità di dare un volto ad alcuni blog che meritano di essere seguiti assolutamente: Giovanna Amato (Briciole e Fantasia), Daniela Neglia (Sapori di Casa) Eva D'Antonio (In cucina da Eva), Letizia e Daniela (Spizzica in Salento). Grazie alla loro compagnia e alla passione che ci accomuna questo week-end è stato davvero indimenticabile. 

Un ringraziamento va alla simpatia di Riccardo Mares e al sito Ricette 2.0, all'ospitalità romagnola di Cesenatico Bellavita e a mio figlio Alfonso che durante le 4 ore del workshop mi ha fatto sentire orgogliosa di essere la sua mamma!. 

Adesso, nella tranquillità apparente di casa, potrò replicare qualcuna delle golosità di questo week-end, di sicuro l'aver portato mio marito mi ha complicato la vita, ora anche lui dopo il workshop ha deciso di diventare un food blogger!....Chi gli spiega però che non avrebbe senso un post monotematico sulla pastina con l'uovo?.




martedì 28 agosto 2012

Insalata di pasta estiva


Bisogna ammetterlo: quando vado in vacanza lo faccio con serietà!. Ormai sono due mesi che non rispetto i miei "doveri gastronomici" e confesso che infondo non mi è dispiaciuto affatto, le settimane sono volate ma è stata una stagione intensa e piena di cose belle.

A luglio, la lunga vacanza al mare con i miei genitori, nei colori e nei sapori della splendida cornice del mare del Salento, dove abbiamo ritrovato vecchi e nuovi amici e da cui ogni anno è sempre più difficile separarsi. Nonostante il caldo, che ci ha decisamente messo a dura prova, quel mare ci ha tenuto compagnia con le sue fresche acque limpide, come si fa a non amarlo? E' la mia medicina per affrontare il lungo inverno di Milano!. 

Agosto invece è stato all'insegna della nostra prima fuga on the road da quando abbiamo il nanetto: Milano - Lourdes in auto, attraversando il sud della Francia. Un viaggio dello spirito, come direbbe mio marito, più abituato a parlare di religione di me che sono una scettica alla ricerca di prove tangibili. Un momento dedicato alla nostra famiglia dove ho potuto vedere il miracolo che avviene in quei luoghi misteriosi, dove convivono senza ostilità tutte le razze del mondo, decine, centinaia di lingue che intonano gli stessi versi, all'unisono. E' sicuramente un posto da scoprire anche per chi non crede e fidatevi qualcosa cambia dentro. 

Ora però basta, il lavoro ed il dovere ci chiama, c'è solo un'altra mini-vacanza all'orizzonte ma quella è legata al blog, una piccola soddisfazione e ne parlerò più avanti. Nel frattempo la cucciola in cova è già una piccola viaggiatrice, d'altronde sarà un sagittario e si sa, noi sagittari siamo nati per viaggiare!.

Comunque nelle pause vacanziere, io e il socio non siamo stati a rigirarci i pollici e abbiamo dato libero sfogo alle nostre tradizioni campane per cui la mia cucina si è trasformata in un laboratorio industriale per la produzione di passate di pomodoro, marmellate e succhi di frutta!. E poichè il tempo per stare ai fornelli è sempre poco ed il caldo la fa ancora da padrone cosa ne dite di una bella insalata di pasta da gustare tiepida o fredda?. Un'idea saporita, ideale anche per una cena in giardino. 

Con questa ricetta partecipo al Contest di Atmosfera Italiana sulla pasta integrale Benedetto Cavaliere, la presentazione è concepita come finger food ossia negli appositi accessori ma io confesso di averne mangiato un bel piatto fondo!.
Tessuto "CreativiTavola"

Ingredienti:
2 melanzane lunghe
2 zucchine
1 peperone giallo
1 peperone rosso
2 pomodori maturi (preferibilmente tipo S.Marzano)
1/2 cipolla di Tropea
2 cucchiai di olive di Gaeta
Basilico fresco
Aceto balsamico di modena
q.b. di Olio di semi
q.b. sale 

Procedimento:
Lavare tutte le verdure e tagliarle a proprio piacere, io ho preferito fare le zucchine e le melanzane a rondelle ed il peperone a piccole strisce. Friggerle in abbondante olio di semi iniziando dalle zucchine, poi le melanzane ed infine i peperoni, regolare di sale. Nel frattempo lessare la pasta in abbondante acqua salata.

In una zuppiera tagliare a cubetti i pomodori, privati dei semi e delle parti bianche, salarli leggermente, aggiungere le olive intere, e man mano che friggono le altre verdure. Scolare la pasta e passarla sotto il getto di acqua fredda, aggiungerla alle verdure e mescolare. A questo punto aggiungete la cipolla tagliata a rondelle molto sottili o in alternativa, come ho fatto io,  potete friggerla. 

Infine insaporite il tutto con poco aceto balsamico e terminate con basilico fresco ed un giro di olio di oliva di buona qualità. 
E' facoltativo ma lo consiglio, aggiungere della salsiccia sbriciolata e saltata in padella per rendere questo piatto davvero unico.

Una nota:
Ho sperimentato, con successo, la variante light, ovvero cuocendo tutte le verdure insieme in un tegame coperto. 


mercoledì 13 giugno 2012

Spiedini di spaghetti con fiori di zucca e zucchine baby

tovaglietta CreativiTavola


Le previsioni del tempo danno bello da domani con caldo africano, oddio io non so se esultare o tremare di paura, non è che il caldo sia una cosa che ami particolarmente però è anche vero che la pioggia mi deprime l'anima! Della serie non sono mai contenta...:)

Di sicuro tra due settimane sarò al mare...spiaggia bianca e acqua cristallina, che dire la solita vacanza salentina! Si la rima è voluta, adoro quella terra, impazzisco per i suoi colori, i profumi intensi e la generosità della sua gente, non vedo l'ora di mettere le zampe in ammollo. Intanto devo affrettarmi poiché ho un impegno da portare a termine prima di levare l'ancora da Milano, ho il contest di Atmosfera Italiana da onorare. 

Il loro 4° contest è davvero interessante "Ricette estive leggere-Pasta integrale Benedetto Cavalieri, la cosa divertente è che i piatti dovranno essere presentati in accessori finger food. Confesso che quando mi è arrivato il pacco con la pasta integrale e queste simpatiche ciotoline mi è venuta fuori una fragorosa risata e subito il pensiero è andato al piatto indecente di pasta che mangio solitamente!. Ho pensato "uh mamma e adesso come ci ficco gli spaghetti lì dentro?!", poi la notte porta giudizio. Ho avuto "l'idea", si perché io la notte "trovo ispirazione" per le nuove pietanze del blog, quasi nessuna delle mie ricette è scopiazzata, gran parte è frutto delle mie "elucubrazioni culinarie notturne" :)
Così mi son detta come faccio a rendere comoda una porzione di spaghetti in uno spazio così piccino? semplice ci faccio una frittata!.

Ok la frittata di spaghetti non è proprio un'idea inedita e forse neanche tanto fashion ma aggiungete ai soliti ingredienti qualche fiore di zucca fresco e delle zucchine novelle tagliate a rondelle e vedrete che tutto avrà un aspetto e un sapore nuovo. 

Ecco la mia interpretazione della frittata di spaghetti trendy!.

Ingredienti:
250 gr di pasta integrale tipo spaghettini Benedetto Cavalieri
3 uova intere
10 zucchine baby, le novelle, quelle molto piccole per intenderci, che fanno quasi tenerezza
20 fiori di zucca o di più dipende dai gusti
formaggio grana grattugiato q.b.
1 cucchiaio di formaggio auricchio piccante grattugiato 
sale
pepe
olio d'oliva q.b.

Procedimento:
Lessate gli spaghetti in abbondante acqua salata, quando saranno cotti scolateli e passateli sotto il getto d'acqua fredda per fermare la cottura e teneteli da parte.
In una ciotola capiente sbattete le uova intere, regolate di sale, aggiungetevi i formaggi e unite gli spaghetti avendo cura di mescolare bene.

In un tegame con qualche cucchiaio di olio d'oliva saltate le zucchine che avevate tagliato a rondelle e aggiungete i  fiori di zucca a striscioline, regolate di sale.
Aggiungete a questo punto gli spaghetti con le uova, mescolate rapidamente per incorporare le zucchine ed i fiori e lasciate cuocere a fuoco lento finchè l'uovo sarà rappreso da un lato. Girate la frittata dall'altro lato aiutandovi con un piatto o un coperchio, come vi fa più comodo. Girate la frittata ancora una volta per lato poiché spesso l'interno resta umido. Mettetela in un piatto e lasciatela raffreddare.


Ora avete due opzioni:
Mangiarla tiepida in un piatto da portata

oppure

farne degli strepitosi spiedini da presentare ai vostri ospiti. L'idea è perfetta anche per un buffet soprattutto presentando il piatto in accessori finger food come questi.

Per fare gli spiedini:

Prendete qualche zucchina baby, tagliatela a metà, irroratela di olio, regolate di sale e cospargete di pangrattato, fate lo stesso con qualche pomodorino piccadilly, metteteli in forno preriscaldato alla massima potenza, accendete il grill e lasciateli finchè saranno gratinati.

tagliate a cubetti la vostra frittatina e preparate gli spiedini alternando un cubetto di frittata, un pezzetto di zucchina, ancora frittata e pomodorino. Sistemate il tutto nelle ciotoline  o dove più vi piace e buon appetito.


mercoledì 6 giugno 2012

Pane di grano duro e sfarinato integrale a lievitazione naturale



Tra la stanchezza e la sciatica che non mi da tregua è difficile trovare il tempo e la voglia da dedicare alla cucina, in aggiunta poi sembra che ogni cosa mangi si trasformi in una tacca in più sulla bilancia!. Per tutti questi motivi ho ripreso la mia alimentazione vegana sperando di mantenere un peso stabile almeno per un mese!. Così vado avanti con insalatone, paste fredde light e legumi, cibi buoni e salutari ma poco adatti allo spirito godereccio del blog per cui dirado un po' i post in attesa di ispirazione :)

Al pane però non rinuncio e continuo a farlo ogni settimana. Questo che propongo oggi è un buon pane di grano duro e sfarinato integrale di grano duro saragolla, la farina con cui è stato preparato viene da un molino della Campania,  precisamente il Molino Coralluzzo di Bellizzi (SA) a pochi km da casa dei miei che gentilmente me ne hanno portato un po' nell'ultima volata qui a Milano. 
Per me che sperimento sempre farine nuove questa è stata proprio soddisfacente al 100%, ottimo il risultato finale: un pane profumato e fragrante.

Di seguito vi riporto le dosi ed il procedimento e condivido con voi un metodo che sto utilizzando grazie al quale faccio pani con farine diverse senza perder tempo a cercare la "tale ricetta stellata", semplicemente mi limito ad applicare delle regole fisse per quanto riguarda la percentuali di sale (dal 2% al 3%) e di acqua (dal 60% all'80%) alla quantità di farina che ho deciso di utilizzare. Finora non ho sbagliato e spero che troverete utile anche voi le mie considerazioni. Sulla quantità di lievito naturale da impiegare, solitamente seguo la regola delle sorelle Simili e mi attesto su un 30% di lievito però d'estate complice il caldo calo anche questa percentuale al 10-15% del totale della farina utilizzata.
Tovagliolo CreativiTavola

Ingredienti
1,5 kg di farina di grano duro
500 gr di sfarinato integrale di grano duro saragolla
300 gr di lievito liquido naturale rinfrescato tre volte
40 gr di sale il 2% della farina anche il 2,5% se piace più saporito
1,5 lt di acqua di rubinetto, l'80% di idratazione se si considera anche l'acqua contenuta nel mio lievito che è liquido

Procedimento
La mattina alle 8, nel Kenwood con gancio a spirale,  ho preparato l'impasto sciogliendo il lievito liquido nell'acqua cui ho aggiunto tutta la farina e facendo lavorare a velocità 1 per circa 5 minuti, poi ho aggiunto il sale. Ho lavorato l'impasto fino ad incordatura (ossia quando ha iniziato a staccarsi dalle pareti), impresa ardua viste le quantità e ho trasferito il tutto in una ciotola molto grande leggermente oliata.

L'impasto ha lievitato a temperatura ambiente fino alle 17, era praticamente raddoppiato.

A questo punto ho rovesciato tutto sul tavolo da lavoro e l'ho diviso in quattro pezzi, ho dato un primo giro di pieghe, lasciato riposare 15 minuti e poi ho formato i filoni che ho avvolto in canovacci infarinati fino al momento di infornare, circa due ore dopo.

I filoni sono stati cotti in forno a legna. Nel forno di casa vale sempre la regola di portare la temperatura al massimo, infornare e lasciare 15 minuti, poi abbassare la temperatura a 200° e terminare gli ultimi 15-20 min. di cottura con il forno a fessura.




giovedì 31 maggio 2012

Spaghetti alla chitarra con fiori di zucca e un nuovo impasto!


Ancora latitanza...già ma ho la testa un po' altrove, il momento è particolare e me lo sto godendo tutto. Sapete no che amo tanto fare il pane? Il lievito naturale, la cottura a legna, la lenta lievitazione e poi la giusta cottura e l'assaggio del "culetto" del pane...insomma per farla breve in questo periodo sto facendo lievitare una bella pagnotta, il risultato finale è incerto, i tempi di lievitazione lunghissimi però appena sfornata me la mangerò tutta intera...sai come sarà morbida e profumata di buono?.

Siete curiosiiiiii????

e va bene svelo la ricetta:

12 mesi di "impasto" (questo è il tempo che ci è voluto!).....
9 mesi di lievitazione.....
qualche ora di cottura.......
tutta una vita di amore.



Capito?

Ancora no?

Vi mostro la foto dell'impasto in lievitazione allora




Carino no? :)))))
Però dopo tanta assenza ci vuole anche una ricettina mangiabile e quindi vi lascio gli spaghetti alla chitarra con zucchine e fiori di zucca.

Ingredienti:
Spaghetti alla chitarra
- 400 gr di farina di grano duro
- 4 uova intere
- 30 gr di burro
- poca acqua se l'impasto lo richiede
- sale

Condimento
- zucchine piccole con fiori oppure fiori di zucca grandi e zucchine
- q.b. olio oliva (per me Dante)
- 1 scalogno tritato
- q.b. prezzemolo
- 1 bustina di zafferano
- sale

Procedimento:
Per preparare gli spaghetti alla chitarra:

Nel kenwood ho impastato la farina con le uova, il pezzetto di burro ed il sale. Per rendere l'impasto più morbido ho aggiunto pochissima acqua di rubinetto e ho proseguito ad impastare sul piano di lavoro infarinato. Ho lasciato riposare l'impasto per un'ora a temperatura ambiente, poi ho steso delle sfoglie spesse un paio di millimetri utilizzando la macchina per la pasta. Se disponete della "chitarra" (strumento per tagliare l'impasto a forma di spaghetti) procedete adagiando una sfoglia infarinata alla volta sulle corde e tagliate l'impasto con l'apposito matterello. 

Se invece non avete la "chitarra" vi consiglio di stendere un'unica sfoglia rotonda con il matterello, infarinarne abbondantemente la superficie, arrotolare l'impasto formando un rotolo unico e tagliarne tante strisce sottili utilizzando un coltello molto affilato. Il risultato non sarà ovviamente lo stesso ma a noi interessa il gusto!.

Il condimento:
In un tegame con l'olio d'oliva lasciate appassire lo scalogno tritato e aggiungetevi le zucchine tagliate a bastoncini nel senso della lunghezza. Regolate di sale e lasciatele cuocere a fuoco moderato facendo attenzione a non bruciare lo scalogno.

Quando le zucchine saranno cotte, un attimo prima di spegnere la fiamma, aggiungete i fiori di zucca tagliati a pezzetti e preliminarmente puliti e privati del pistillo. Mescolate e spegnete subito la fiamma per evitare che perdano l'intensità del colore.

Cuocete la pasta in abbondante acqua salata. A cottura ultimata tenete da parte un mestolo d'acqua calda in cui dovrete stemperare lo zafferano e aggiungetelo al condimento.

Versate la pasta nel tegame con le zucchine ed i fiori, saltate pochi istanti, aggiungete abbondante parmigiano grattugiato e spolverizzate di prezzemolo tritato.




mercoledì 23 maggio 2012

Chitarra sfiziosa con peperoni

Tovagliato CreativiTavola

La fame si impossessa di me a mezzogiorno, impossibile resistere o tentare manovre diversive, quando scatta l'ora X, per placare il ruggito del leone, devo sentire qualche buon profumino provenire dalla cucina. La voglia alimentare di oggi erano i peperoni e così, per non rifare la mia solita pasta con questo ingrediente, ho pensato questa variante. A me è piaciuta tanto e poiché avevo nel freezer dei buoni spaghetti alla chitarra preparati la scorsa settimana li ho cucinati al posto di quelli secchi, devo dire però che i secondi sono più adatti a questo piatto a meno che non vi piaccia la pasta molto "legata" (come piace a me).

Ingredienti
200 gr di spaghetti alla chitarra freschi (oppure spaghetti secchi)
1 peperone rosso e 1 giallo (che io non avevo)
1 pomodoro grande maturo
una manciata di capperi
tre alici sott'olio
un mazzetto di basilico fresco
q.b. di Olio d'oliva extravergine (per me Dante)
due cucchiai di pane grattugiato
1 spicchio d'aglio schiacciato
Sale

tovagliato CretiviTavola


Procedimento
Quando l'acqua (salata) bolle calate i peperoni che avrete tagliato a bastoncini sottili nel senso della lunghezza, dopo due minuti aggiungete gli spaghetti.

In un tegame con l'olio, soffriggete uno spicchio d'aglio schiacciato e successivamente aggiungete le alici ed i capperi. Togliete l'aglio e versate il pomodoro che avrete ridotto a cubetti. Io non ho aggiunto sale  non avendo dissalato i capperi.

In un altro piccolo tegame antiaderente tostate due cucchiai di pane grattugiato cui aggiungerete alla fine un cucchiaio di olio e tenete da parte.

A questo punto servendovi di uno scola spaghetti trasferite la pasta ed i peperoni nel tegame con il condimento, saltate per un minuto e aggiungete il pane grattugiato tostato. Spolverizzate con basilico fresco e servite caldo.

mercoledì 16 maggio 2012

Pasta e patate al forno



La pasta e patate che vi propongo oggi è una ricetta della mia famiglia da sempre. La regina assoluta della sua preparazione era, manco a dirlo, mia nonna Giovanna. Per anni l'abbiamo mangiata senza mai chiederci quale fosse la procedura per prepararla poi un giorno per fortuna mi capitò di ascoltare la spiegazione della nonna a una zia che aveva cercato di cucinarla senza successo e meno male aggiungo oggi altrimenti questa profumatissima ricetta sarebbe andata perduta per sempre.

Ai profumi e al sapore unico della pasta e patate al forno sono legati i ricordi di molte "gite" con i miei genitori. Al ritorno la nonna, che abitava vicino a noi, ci faceva trovare calda e fumante questa pasta divina. Si tratta di una ricetta che prevede pochi ingredienti ma rigorosamente mediterranei, se vorrete provarla non cedete alla tentazione di aggiungere neppure un bicchiere di acqua, il rischio è che scuocia tutto!.






Ingredienti
pasta formato ziti lunghi
pomodori maturi lasciati in ammollo magari tipo S.Marzano
patate
cipolla preferibilmente di tropea oppure bianche dolci
basilico fresco in abbondanza
origano q.b.
sale q.b.
olio d'oliva (per me Dante) generosamente

una teglia rettangolare
carta alluminio in abbondanza



Procedimento
Innanzitutto preparate gli ingredienti sbucciando le patate e mettendole in un contenitore pieno d'acqua, prendete i pomodori che devono essere molto maturi, se fossero S.Marzano sarebbe perfetto ma qualunque altra varietà andrà bene, metteteli in un contenitore pieno d'acqua insieme al basilico e alla cipolla sbucciata.

Il passaggio delle verdure nell'acqua è importantissimo poiché non aggiungeremo acqua nella teglia di cottura e la pasta va inserita a crudo, per cui ogni volta che prenderemo un ingrediente faremo sgocciolare nella teglia l'acqua dalle mani. In pratica non dovrete mettervi a scuotere l'acqua in eccesso o asciugare le patate ad esempio anzi cercate di incorporarne quanta più possibile alla pasta.

Prendete la teglia e irroratene il fondo con olio d'oliva, preparate un primo strato di patate tagliate a fettine spesse circa due millimetri, salate e continuate aggiungendo i pomodori, il basilico, poco origano e la cipolla, irrorate con olio d'oliva in abbondanza e aggiungete gli ziti spezzati con le mani. Formate un altro strato di patate, pomodori, cipolla, basilico e origano e ricordatevi sempre di salare gli ingredienti e aggiungere l'olio. Continuate fino ad esaurimento degli ingredienti e formate quanti strati desiderate, io di solito mi fermo a tre terminando con l'ultimo strato di ziti ma poi dipende un po' dal gusto personale.

la riuscita della ricetta, che è semplicissima, è condizionata solo da un elemento: l'acqua che finirà nella teglia. Come vi ho già detto è importante che ogni volta che prendete una patata o un pomodoro dall'acqua ne lasciate cadere le gocce sugli ingredienti poi il vapore farà tutto il lavoro sporco ;-)

Finiti gli strati potete sigillare la teglia con la carta alluminio, questa operazione è molto importante perché dovrete farla bene in modo da non far uscire il vapore che è indispensabile per la corretta cottura della pasta. Quindi chiusura ermetica mi raccomando!!!

Ora si può infornare a 180° per circa 45 minuti, non c'è un tempo preciso perché dipende dal forno, dal grado di umidità, dallo spessore delle patate e dal numero degli strati, tuttavia dopo 35-40 minuti potete aprire velocemente e fare una prova stecchino per vedere a che punto è la cottura e semmai prolungarla ancora un po'. 

Posso garantirvi che il profumo che sentirete in casa sarà irresistibile.
Buon appetito 

giovedì 10 maggio 2012

Gnocchi di patate con asparagi, gamberetti e zafferano




La mia è stata una lunga latitanza dal blog ma per cause più che giuste poiché ho finalmente conosciuto quel batuffolo profumoso del mio nipotino e caspita che emozione: dopo 4 anni e mezzo un nuovo nano in famiglia :)

I nonni sono impazziti, il papà ha perennemente il sorriso sul volto e mia sorella, beh lei è stravolta, non dorme da 20 giorni, non riesce a trovare un quarto d'ora per truccarsi e guardare la tv è un lusso che non può permettersi. Mi ha posto la fatidica domanda che tutte le neo-mamme fanno "quando mi riapproprio della mia vita?" beh avrei dovuto essere onesta e dirle che questa opzione non è inclusa nel piano ma ho preferito mentire e darle un tempo relativamente breve...qualche mese :) si lo so ho spudoratamente dichiarato il falso ma aveva bisogno di intravedere la linea del traguardo oltre il tunnel!. :)))

Intanto le giornate si sono fatte lunghe e calde, la cosa mi rincuora e mi stimola a tentare accostamenti nuovi, cotture veloci e gustose, proprio come questo piatto di gnocchi con asparagi, gamberetti e zafferano. Profumatissimi e davvero buoni. Se prevedete come secondo piatto di cucinare dei pesci tipo orate o branzini, tenete da parte le carcasse per farne un brodetto con cui insaporire questo piatto.

Ingredienti
Gnocchi di patate (qui trovate la ricetta)
un mazzetto di asparagine
gamberetti freschi q.b.
una bustina di zafferano
brodetto di pesce q.b. 
1 scalogno piccolo
pepe a piacere
sale

Procedimento
Innanzitutto ho preparato un brodetto con le carcasse dei due branzini che avevo sfilettato per farne un secondo piatto, ho messo in un tegame con l'acqua degli odori (cipolla, sedano, carota, pomodoro e carcasse dei pesci, incluse le teste dei gamberetti) e l'ho lasciato cuocere per un'ora abbondante.

In un tegame con l'olio ho fatto appassire lo scalogno precedentemente tritato a velo e ho aggiunto le punte degli asparagi. Ho lasciato cuocere aggiungendo un mestolo di brodo di pesce fino a completare la cottura degli asparagi. Un attimo prima di spegnere la fiamma ho versato i gamberetti sgusciati e tagliati a pezzetti e qualcuno intero per guarnire, ho aggiunto lo zafferano stemperandolo nel brodo. Il sughetto non deve risultare asciutto per cui aggiungete altro brodo di pesce se occorre.

A parte ho cotto gli gnocchi in abbondante acqua bollente salata. Man mano che affioravano li versavo nel condimento preparato in precedenza. Ho aggiunto ancora un mestolo di brodo in modo da amalgamare il tutto evitando che gli gnocchi asciugassero troppo il condimento e ho servito il piatto ancora caldo con una spolverata di pepe macinato fresco.

Ricordatevi che in questa ricetta il sale va usato con parsimonia, per cui prima di aggiungerlo assicuratevi che sia davvero necessario.

giovedì 26 aprile 2012

Le "stecche" di Jim Lahey




Il pane senza impasto di cui ho già parlato in questo post mi sta dando dei bellissimi risultati, ultimamente ho sperimentato la versione integrale con un leggero timore ma è venuto fuori un bel pane profumato e saporito che presto condividerò sul blog, spronata quindi dai recenti successi ho voluto fare le famose "stecche" di Jim Lahey

Si tratta di un pane che ricorda a prima vista le classiche baguette francesi ma il procedimento, il sapore e la conservabilità del prodotto le rendono del tutto diverse dalle cugine francesi.
Innanzitutto si tratta di un  impasto "no Knead" (senza impasto) e già questo è fantastico soprattutto se avete fatto le baguette e sapete quanto tempo e fatica c'è dietro la loro preparazione.

Io ho voluto fare queste stecche utilizzando il mio portentoso lievito naturale in coltura liquida ma è ovvio che si possa fare anche con lievito di birra, ne basterà una lenticchia. I tempi di maturazione dell'impasto sono di 18 ore al massimo, personalmente mi sono fermata a 16 ore poiché oltre, il tutto sarebbe collassato di certo e sono riuscita a fare questo pane contemporaneamente alla preparazione degli gnocchi per pranzo con la pentola con l'acqua che già bolliva!. Questo la dice lunga sulla velocità delle stecche!.

Una sola precisazione è doverosa:
Non è una mia ricetta, ovviamente, la fonte da cui ho attinto è su cookaround, io mi sono limitata a cambiare le farine utilizzate, le quantità di sale e di lievito liquido...per il resto tutto rimane invariato.

Ingredienti per 6 stecche
100 gr di lievito liquido in coltura liquida oppure lievito secco 1gr

*d'estate la quantità di lievito scende tra i 30 ai 50 gr (valutate un pò la forza della vostra p.m.) 

890 gr di farina (200gr di manitoba e 690 gr di farina buratto del mulino Marino)
680gr di acqua fresca di rubinetto
6 gr di zucchero
20 gr di sale

per la copertura: sale grosso e olio extravergine d'oliva e acqua in pari quantità.

In una ciotola ho setacciato le due farine insieme allo zucchero, tenetene da parte una minima quantità che mischierete al sale. Ho sciolto il lievito liquido in un'altra ciotola con tutta l'acqua e  l'ho aggiunta alle farine. Ho dato una prima mescolata veloce per amalgamare il tutto e quando è diventato umido ho aggiunto la farina restante col sale. Per rendere l'impasto abbastanza omogeneo ho utilizzato una spatola di plastica, va bene anche un cucchiaio di legno.

Ovviamente trattandosi di un procedimento "senza impasto" bisogna limitarsi proprio a dare una mescolata agli ingredienti, per cui anche se restasse tutto molto "grezzo" va bene lo stesso. A questo punto la ciotola va coperta e lasciata maturare per 16-18 ore*, regolatevi in base alla temperatura. Io l'ho messo nel forno spento.
Il mio impasto dopo 16 ore era gonfissimo e pieno di bolle, dubito che avrebbe tenuto oltre.

Trascorse le ore necessarie (solitamente sarà il mattino dopo) infarinate abbondantemente il tavolo da lavoro e rovesciatevi l'impasto. Aiutatevi con una spatola e formate delle pieghe tirando verso l'interno l'impasto, noterete che la pasta si rilasserà sul tavolo da lavoro, per cui sarà facile con la spatola chiudere i lembi esterni verso il centro. Per semplificare: immaginate che l'impasto sia un fazzoletto aperto, avrete 4 angoli, prendetene uno alla volta e portatelo al centro del fazzoletto e terminate tutti e 4 i lati. Poi prendete il fazzoletto (ovviamente nel vostro caso avrete una forma arrotondata) e con le mani datele una forma  rotonda, ribaltate la palla in modo da avere i lembi chiusi verso il basso, che toccano il tavolo. Chiudete l'impasto in un canovaccio infarinato e lasciate lievitare ancora per due ore.

Dopo due ore avrete sicuramente un impasto gonfissimo, accendete il forno alla massima temperatura e lasciatevi all'interno la teglia in cui cuocerete le stecche. Io ho usato la leccarda.
Quando il forno sarà giunto a temperatura, aprite il canovaccio, spalmate di olio e sale grosso l'impasto e con una spatola  molto tagliente ricavatene delle stecche appunto, larghe a vostro piacimento, più o meno quanto una baguette per intenderci.
Senza far lievitare ancora e senza tentare di voler dare alcuna forma al vostro impasto, prendete le stecche che rimarranno gonfissime non temete, e adagiatele nella leccarda caldissima.
Infornate a 230° per 25-30 minuti o comunque secondo il grado di cottura desiderato. Per avere una crosta più spessa terminate la cottura negli ultimi 10 minuti in fessura.

E' un pane che ci è piaciuto molto, croccante fuori ma morbido e alveolato all'interno. E' perfetto come sostituto del panino oppure per accompagnare piatti che richiedono alla fine la classica "scarpetta"!.

* Alcune note per la produzione estiva
Se si utilizzano farine meno forti della buratto (che è una farina di tipo 1) è consigliabile accorciare i tempi di lievitazione per evitare che l'impasto inacidisca e collassi. Per cui vale il principio che l'impasto va osservato nel suo sviluppo, se dopo 12 ore sarà gonfio e pieno di bolle è pronto. Questo vale soprattutto nella stagione più calda.

In estate è consigliabile far lievitare l'impasto in un luogo fresco (io lo faccio in cantina dove la temperatura anche ad agosto è inferiore ai 12°) per cui se la vostra cucina è molto calda è preferibile prevedere una maturazione in frigo per le prime 12 ore completata a temperatura ambiente e "sotto attenta osservazione" per il tempo rimanente. 

venerdì 20 aprile 2012

Torta di ricotta profumata al latte





Finalmente dopo nove mesi di lunga attesa, tanti calci e capriole, capricci e "prese di posizione" come se avesse voluto dettare le regole già nell'utero della mamma è nato il mio nipotino Alessandro. Inutile dirlo: è bellissimo, e vabbè qualcuno penserà alla Napoli maniera "ogni scarrafon è bell à mamma soia" e io rispondo...ok va bene....ma è bello assai! Cioè è un fatto oggettivo!. 

Sarà che è il figlio della mia unica sorellina, sarà che è stato annunciato dalla mia nonna che anche dall'al di là non manca di essere tra di noi portandoci liete novelle :), sarà che mia sorella merita tutta la felicità che per anni le è stata negata....sarà e sarà...sono davvero felicissima.

Alessandro lo conoscerò di persona molto presto, per ora ho dovuto accontentarmi di vederlo tramite skype e qualche foto su facebook però va bene, come ha detto mio padre sentendomi nevrotica perché dopo 12 ore nessuno mi aveva ancora mandato una sua foto..."ti piace e fa a lumbard?" la distanza è il prezzo da pagare!. 

Questa tortina dolce dolce e che sa di latte è un omaggio al mio nipotino, a lui auguro tutta la serenità e la pace interiore e perché no una buona dose di fattore C che lo aiuterà sempre nella vita. A mia sorella e al suo fantastico compagno-socio auguro di "dormire la notte nel limite dei possibili ngheee nghee notturni" che allieteranno la loro vita d'ora in avanti.

Ingredienti:
300 gr di farina
300 gr di zucchero
300 gr di ricotta (pecora o bufala)
100 gr di latte concentrato (condensato)
1 bustina di lievito per dolci
3 uova intere
1 tuorlo
burro per la teglia

Procedimento:
Nella ciotola del Kenwood sbattere i tuorli d'uova con lo zucchero finchè diventeranno bianchi (15 minuti circa). Aggiungere la ricotta setacciata e dopo la farina un po' per volta. Incorporare aria ancora per qualche minuto e versare il latte concentrato. 
Nel frattempo montare a neve ben ferma gli albumi.
Aggiungere la bustina di lievito al composto e infine amalgamare molto delicatamente gli albumi procedendo con un movimento dal basso verso l'alto. Sconsiglio di utilizzare il kenwood per incorporare gli albumi ma di preferire una frusta a mano.
Imburrare e infarinare uno stampo e versarvi il composto. Cuocere in forno preriscaldato a 165° per 15 minuti e poi a 180° per i restanti 45 minuti.
La torta è cotta quando la superficie si scurisce, farà fede la prova stecchino :)

martedì 17 aprile 2012

Pasta e cavolfiore al pomodoro




La scorsa settimana ero con il mio ometto a fare la spesa. Io compro la frutta e la verdura dal fruttivendolo, la carne dal macellaio, il pesce dal pescivendolo e così via, riduco al minimo gli acquisti nelle grandi catene perché ho voglia di guardare in faccia chi mi seleziona e vende i prodotti. 

In quell'occasione eravamo a comprare la verdura e la frutta, l'attenzione del mio piccolo si è fermata su dei bei cesti di uva bianca e nera e poiché ne è ghiotto mi ha chiesto di comprarla, gli ho detto di no spiegandogli che l'uva matura a settembre!. Durante questa discussione è improvvisamente attratto da alcune angurie in bella mostra ed ovviamente parte con la seconda  richiesta :"mamma allora mi compri l'anguria?". Gli spiego che le angurie maturano in estate, che c'è bisogno di tanto sole e caldo perché diventino rosse, succose e dolcissime e che quando andremo in vacanza sicuramente ne faremo scorpacciate. Alla fine, dopo tante domande e altrettante risposte, si è arreso ma a me è rimasto un profondo senso di sconfitta!. 

Ho trascorso metà del resto della giornata a chiedermi in che società assurda viviamo. Ci accontentiamo di mangiare  frutta senza sapore pur di non attendere il periodo giusto e la difficoltà maggiore sarà insegnare ai nostri figli che ad ogni stagione corrispondono dei frutti, delle verdure e persino dei pesci!. Io ricordo addirittura che la carne di maiale da piccola la mangiamo prevalentemente d'inverno poiché era quello il periodo in cui si macellavano i maiali!.

Le nuove generazioni invece crescono bombardate da offerte commerciali dove non c'è alcuno spazio per la naturalità. Tutto è venduto in serie ed è sempre disponibile, in qualunque periodo dell'anno.
Il nostro compito di genitori è difficile, educare ad una sana alimentazione tramandando quei principi della natura che una volta si davano per scontato mentre oggi di "scontato" si trovano solo le pere raccolte a luglio e trattate con azoto perché si conservino belle dure e senza sapore fino ad oggi!.

Confesso tuttavia le mie colpe, talvolta anche io cedo a dei bei pomodori ad aprile, alle melanzane o ai peperoni però ogni volta che poi li mangio maledico me stessa per il gusto insapore che hanno e così mi riprometto di non farlo più. Da qui, pur senza diventarne schiave dei  nostri principi, cerchiamo di rispettare i tempi della natura e magari preferire i cibi di stagione con qualche deroga di tanto in tanto :)

Verdura di Aprile: asparagi, fave, barbabietola rossa, broccolo, cicoria, carote, sedano, fagioli, radicchio, finocchio, cavolfiore, carciofo, porro, cavolo verza, rapa, bietola, agretti, cipolline, spinaci,

Frutta: fragole, arancia, pere, mele, kiwi, pompelmo e limone

(fonte:http://www.greenme.it/mangiare/di-stagione/7316-frutta-verdura-stagione-aprile)




Pasta con cavolfiore al pomodoro

Ingredienti
1 cavolfiore piccolo
200 gr di pasta (tipo penne, rigatoni o mezze maniche)
polpa di pomodoro
1 spicchio di aglio
Olio extravergine di oliva q.b. (per me Olio Dante)
Parmigiano grattugiato grosso o pecorino
sale
peperoncino

Procedimento
Fate bollire l'acqua in una pentola e versatevi il cavolfiore precedentemente pulito e ridotto a ciuffetti. Salate e fatelo cuocere al "dente", deve essere un pò croccante.

Nel frattempo in un tegame con l'olio soffriggete lo spicchio d'aglio schiacciato che poi toglierete, versatevi il cavolfiore e saltatelo per qualche minuto. Aggiungete la polpa di pomodoro (se utilizzate dei pelati frullateli al mixer) e se necessario allungate con un po' di acqua di cottura. Regolate di sale. Cuocete finchè il cavolfiore sarà quasi disfatto ed il sughetto diventerà bello consistente.

Cuocete la pasta nell'acqua di cottura del cavolfiore e quando sarà al dente trasferitela nel sugo che avete preparato, aggiungete del peperoncino oppure del pepe.

Trasferite nel piatto da portata e spolverizzate con abbondante formaggio grattugiato in modo grossolano.
Una fogliolina di basilico appena raccolto e voilà!.