venerdì 13 marzo 2015

Il pane senza impasto con poolish di una casalinga 2.0!

Casalinga, casalinga, casalinga...questa parola me la sono ripetuta mille volte e mille ancora nella testa, nei momenti di silenzio, quando i bambini dormono e magari i pensieri circolano liberi nella mente  c-a-s-a-l-i-n-g-a, 

è questo che sono diventata? Una donna che cresce i figli, accudisce il marito, lava e stira? tra l'altro con scarsi risultati. 

Perché per anni ho allontanato dalla mente questa parolina?
perché compilando un qualunque questionario alla voce professione preferivo spuntare "disoccupata" e non "casalinga"?. 

Questa condizione mi è stata stretta dal giorno dopo la fine del mio lavoro, a tal punto da  provare vergogna nel confrontarmi con altre donne e alla fatidica domanda: cosa fai nella vita, ho accampato mille opzioni: momentaneamente a casa, per ora cresco e mi godo i figli, blogger....ma mai mai ho pronunciato

C-A-S-A-L-I-N-G-A

fino a quel pomeriggio, quando ho ascoltato i racconti e gli sfoghi di due donne lavoratrici, mamme come la sottoscritta che scambiavano chiacchiere in attesa che i figli terminassero la lezione di arti marziali. 

Cielo mi sono detta, è pura follia, donne contro altre donne. Madri che giudicano altre madri per il solo fatto di essere a casa, di non avere un lavoro. Così ho scoperto che la casalinga appare un animale strano, metà donna metà divano. Una a cui la condizione di "assistente familiare" calza a pennello tanto è poca la sua voglia di ambizione, la sua incapacità di vivere ed integrarsi con successo in società. 

Per una attimo sono uscita dal mio corpo, mi sono guardata bene e in effetti avevo un po' i ricci scomposti e la riga nera dell'eyeliner sbavato ma caspiterina quell'etichetta proprio non mi stava addosso. Allora l'ho detto col sorriso di chi sta per vendicare milioni di donne casalinghe "Sai io sono a casa, non lavoro, cresco i miei figli e godo della compagnia della mia famiglia, coltivo le mie passioni, invento ricette, le fotografo, curo un blog, vado agli eventi, mi invitano ovunque e parlo due lingue". 

E' stato straordinario dirlo e ancor di più trovarmi un'etichetta che mi calzasse a pennello: 

casalinga 2.0!.

Bene e cosa fa una brava massaia? Fa il pane in casa e compra la farina del supermercato!. Ecco questo forse è ciò che farebbero le due donne in carriera, la casalinga 2.0 invece è curiosa, si informa, legge e scopre dei posti d'altri tempi in cui comprare la farina è un'esperienza straordinaria.



Questo piccolo mulino è stata per me una bellissima scoperta, ho potuto vedere il percorso che fa il chicco di frumento per trasformarsi in un granello di farina  attraversando un vecchio labirinto di tubi vecchio di anni. Ho scoperto che esiste ancora chi porta al mulino 20 chili di grano e torna a casa con 20 chili di farina, grano che ha coltivato con fatica giorno dopo giorno. Ho scoperto che esiste la bella Italia che vive nel seno di quella orribile realtà del consumo che ci viene imposta quotidianamente. E con questa meravigliosa farina ecco nascere un pane all'altezza del suo nome.

Pane senza impasto con "poolish"

"Poolish" 
100 gr di farina tipo 2
100 gr di acqua
80gr di lievito naturale liquido

Riposo minimo 12h
Si mescola tutto insieme con un cucchiaio. Il preimpasto è pronto quando al raddoppio collassa verso il centro.

Impasto
Tutto il preimpasto liquido
1.5 kg di farina 0
1kg di farina tipo 2
1.6 lt di acqua
25gr di malto d'orzo
50 gr di sale
40 gr di olio extra vergine di oliva (facoltativo)

Procedimento

Sciogliere il lievito ed il malto in tutta l'acqua, aggiungere la farina, il sale, l'olio. Mescolare con un cucchiaio di legno per circa 5minuti e comunque fino ad aver incorporato tutta l'acqua ma senza impastare. Coprire con un coperchio o con pellicola. Lasciar lievitare a 22° per 14-18 ore.

Al raddoppio e trascorse le ore necessarie, la superficie si presenterà piena di bolle. A questo punto rovesciare su un piano li lavoro infarinato (generosamente) e formare delle pieghe aiutandosi con un raschietto. Dalle estremità prendere un lembo di impasto e chiuderlo nel centro, poi ribaltare il tutto lasciando le chiusure verso il basso.

Dividere l'impasto della pezzatura desiderata e lasciar lievitare ancora un paio d'ore in un canovaccio, è preferibile utilizzare dei cestini perché poi sarà più semplice ribaltare i pani sul piano per la cottura evitando che si sgonfino.

L'impasto è pronto quando, schiacciandolo con un dito, risale lentamente lasciando un'impronta sulla superficie. A questo punto si può cuocere in pentola con coperchio per i primi 30min. (tipo cuocipollo in terracotta) oppure su pietra refrattaria senza coperchio. Il forno va acceso 30 minuti prima alla massima potenza. Dopo aver infornato alla temperatura massima si abbassa, trascorsi 20 minuti, a 200° per portare a termine la cottura.